Brigata Maiella
Indietro
Campo di
prigionia
Fonte Dāamore
(Sulmona)
Fonte d'Amore ĆØ l'unico campo di
concentramento per prigionieri di
guerra ancora esistente in Italia,
con baracche che dal primo al
secondo conflitto mondiale hanno
ospitato soldati austroungarici e
alleati.
Il 20 gennaio del 1916, a
Sulmona, in localitĆ Fonte
dāAmore, iniziò la
costruzione per il
concentramento dei
prigionieri di guerra.
Dei 108 luoghi di
internamento sparsi in tutta
Italia, a quello di Sulmona
fu assegnato il numero 78.
Il campo avrebbe potuto
ospitare ļ¬no a diecimila
prigionieri e oltre un
migliaio di soldati italiani
addetti ai servizi guardia.
Nel cimitero di Sulmona cāĆØ un
monumento ossario dove sono
sepolti i prigionieri deceduti a
causa della āspagnolaā.Il
campo n. 78 fu utilizzato anche
durante la Seconda Guerra
Mondiale. Nel campo furono
detenuti migliaia di prigionieri
inglesi e del Commonwealth
catturati dal Regio Esercito
Italiano essenzialmente in
Africa Settentrionale, Libia ed
Egitto tra il 1940 e il 1943.
Monumento ossario in onore dei
prigionieri austro-ungarici della 1°
guerra mondiale, deceduti a causa
della febbre spagnola.
Alla notizia dellāarmistizio dellā8
settembre 1943, il comando italiano
si trova nel dubbio se liberare i
prigionieri, ora divenuti alleati, o
consegnarli ai tedeschi. Il servizio di
vigilanza fu allentato e molti
prigionieri fuggirono. Si rifugiarono
sul Monte Morrone o nei paesi della
Valle Peligna, dove furono aiutati
dalle popolazioni. I tedeschi
subentrano agli italiani nella
sorveglianza del campo e subito
cominciarono i rastrellamenti e le
persecuzioni nei confronti delle
popolazioni che aiutavano i
prigionieri.
Lāinterno del campo
Alla CittĆ di Sulmona ĆØ stata conferita la medaglia dāargento al valor militare con
questa motivazione
:āCon integra fede negli ideali della Patria, con la ļ¬erezza delle
genti peligne, con spirito di sacriļ¬cio, storico retaggio delle generazioni passate,
temperate dal lavoro, dalla soļ¬erenza e dal senso del dovere; con assoluto sprezzo
del pericolo i suoi ļ¬gli di ogni etĆ e ceto sociale, reagendo per circa dieci mesi
allāoccupazione nazista, alle fucilazione, alle devastazioni, ai rastrellamenti ed alle
deportazioni, scrissero una pagina gloriosa sulla Resistenza e contribuirono a
ristabilire i valori della democrazia e della libertĆ . La cittĆ di Sulmona, con lāapporto
eccezionale del Comune di Campo di Giove, ed in fraterna collaborazione con gli
abitanti della āConca di Sulmonaā, ebbe a prestare notevole aiuto alle migliaia di
prigionieri alleati, che, fuggiti dopo lā8 settembre 1943 dal locale campo di
concentramento, furono posti in Salvo nonostante le più feroci rappresaglie
dellāinvasore, alimentando la ļ¬accola della solidarietĆ e della fraternitĆ fra gli
uomini di ogni razza e nazionalitĆ .
Sulmona, 27 agosto 1943 ā 9 giugno 1944.ā
Conosciamo il nome di un soldato inglese fuggito
dal campo di prigionia di Fonte dāAmore dopo lā8
settembre 1943: si chiavava T. Sapper Ljhayman,
soprannominato Frederick.
Fu nascosto da una famiglia di Sulmona, quella di
Ennio Pantaleo, un ragazzo che ha combattuto
come partigiano nella brigata Maiella.
Questo incontro fu un episodio importante nella
vita di entrambi.
Ennio Pantaleo offrƬ cibo, riparo e cure a Frederik
e questa ospitalitĆ fu un atto di vero coraggio.
Infatti i nazisti punivano durante i civili che
nascondevano i prigionieri alleati fuggiti dal
campo.
Questo incontro tra Ennio Pantaleo e Frederick ĆØ
un esempio di come, anche in momenti di guerra e
di conļ¬itto, possa esistere la solidarietĆ e
l'ospitalitĆ tra le persone.
Si chiamava T. Sapper Ljhayman, ma si faceva
chiamare Frederik. Era un inglese della regione di
Devon. Rimase nascosto in casa di Ennio per tre
mesi, poi fu aiutato dai partigiani abruzzesi a
ricongiungersi con lāesercito inglese.
Sopravissuto alla guerra, ĆØ tornato in patria e ha
scritto lettere alla famiglia di Ennio Pantaleo.
Sitograļ¬a
Catalogo dei beni culturali
Abruzzo forte e gentile
Avevo solo 14 anni